VOCI DEGLI SPIRITI DI NATURA
di Paola Pierpaoli
ebook
© Paola Pierpaoli 2013
130 pagine
Le voci degli spiriti di natura raccolte da Paola Pierpaoli nelle sue passeggiate nella zona del lago di Bracciano (Roma).
Corredato da fotografie di alberi antropomorfi e da disegni, è adatto ad adulti e bambini in quanto può essere letto e visionato anche come una fiaba.
Nella versione iTunes il libro è completo di widgets, audio e un video.
Disponibile su iTunes Store, su Google Play e su Amazon (versione per Kindle)
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Estratto dal libro
Comunicare con gli alberi e con gli Spiriti di Natura
Le stirpi canore
di Gabriele D’Annunzio
(1863-1938)
I miei carmi son prole
delle foreste,
altri dell’onde,
altri delle arene,
altri del Sole,
altri del vento Argeste.
Le mie parole
sono profonde
come le radici
terrene,
altre serene
come i firmamenti,
fervide come le vene
degli adolescenti,
ispide come i dumi,
confuse come i fumi
confusi,
nette come i cristalli
del monte,
tremule come le fronde
del pioppo,
tumide come le narici
dei cavalli
a galoppo,
labili come i profumi
diffusi,
vergini come i calici
appena schiusi,
notturne come le rugiade
dei cieli,
funebri come gli asfodeli
dell’Ade,
pieghevoli come i salici
dello stagno
tenui come i teli
che fra due steli
tesse il ragno.
Certamente per me è facile parlare con le piante, dal momento che il mio lavoro di channeler mi ha portata a comunicare con tutto il mondo invisibile, ma vi assicuro che, con un po’ di fiducia nel vostro sentire e con molto amore, anche voi potreste cominciare a ricevere i loro messaggi.
Perché le piante e gli alberi vi parlino, prima di tutto hanno bisogno di sentire il vostro rispetto e il vostro amore. E’ necessario che percepiscano il vostro desiderio di comunicare con loro per conoscere le loro necessità e per farli stare meglio. Se poi sentono che desiderate collaborare per il benessere di tutta la loro specie e di tutte le specie di piante e di alberi sulla Terra saranno ancora più disposti a darvi delle informazioni. All’inizio, le piante e gli alberi (specialmente gli alberi) sono diffidenti verso gli esseri umani, e questo accade perché hanno dovuto molto soffrire a causa dell’uomo. Ma quando si accorgono che gli siete amici, al contrario hanno una gran voglia di comunicare, e sono addirittura estasiati dalla possibilità che qualche essere umano voglia essere il loro portavoce nel mondo.
Avvicinatevi dunque a una pianta con amore e rispetto. Il primo passo per stabilire un rapporto può essere provare a sentire di quanta acqua quella pianta ha bisogno.
C’è un gioco con i tarocchi che propongo sul mio sito. Si tratta di porre mentalmente una domanda, e di lasciar scorrere il mouse del computer, a occhi chiusi, finché non ‘si sente’ di fermarsi. La carta dei tarocchi sulla quale il mouse si ferma è la risposta alla domanda. E’ un esercizio che funziona con tutti e che, tra le altre cose, insegna a fidarsi delle proprie sensazioni.
Quando innaffiate una pianta, dovreste comportarvi nello stesso modo, cioè dovreste provare a ‘sentire’ quando è il momento di fermarvi con l’acqua: poca o troppa acqua sono entrambe nocive per le piante, e ogni pianta ha una dose di acqua ‘giusta’ da ricevere… Se prima di cominciare a innaffiare una pianta le chiederete a voce alta o mentalmente di ‘dirvi’ quando ha ricevuto la giusta dose di acqua, le vostre probabilità di darle ciò di cui ha veramente bisogno aumenteranno.
Quando avrete stabilito questo primo rapporto di fiducia e, con il tempo, vi sarete accorti che avevate ‘sentito’ bene, cioè che la quantità di acqua che avevate dato alla pianta era quella giusta, sarete divenuti amici. A questo punto dovrete soltanto avvicinarvi alla pianta e ascoltare le sensazioni che provate: quelle sensazioni saranno i suoi primi messaggi. Con il tempo il dialogo tra voi e la pianta può divenire più specifico: potete porle delle domande sui suoi bisogni, ad esempio, ed ascoltare le sensazioni che arrivano.
Condizione indispensabile per qualsiasi comunicazione con gli angeli della Terra (i deva di minerali, alberi e animali), così come con gli Angeli del Cielo (Angeli, Arcangeli, Spiriti Guida, Maestri di Luce), è credere in loro.
Nel film Peter Pan di P.J.Hogan, c’è una scena in cui la fatina Trilly, a causa degli inganni di Capitan Uncino, muore, e con lei tutte le fate. Il mondo diventa un luogo triste e desolato, finché Peter Pan comincia a ripetere come un mantra la frase: “Io credo nelle fate”. Questa frase viene prima ‘udita’ a livello subliminale dai bambini connessi con Peter Pan e con Trilly, poi anche dagli adulti che fanno parte della storia.
Quando un buon numero di bambini e di adulti ripete il mantra, Trilly si sveglia dal suo sonno mortale e con lei tutto il mondo fatato, e la luce e la gioia tornano sulla Terra.
Le fiabe, lungi dall’essere principalmente un intrattenimento per bambini, in realtà nascondono e conservano profonde esperienze esperite dagli esseri umani nel corso della storia dell’umanità.
La seconda condizione per comunicare con i deva e con gli Esseri di Luce è rispettarli, non dimenticando mai di ringraziarli per tutto ciò che fanno per la Madre Terra e per gli esseri umani.
La terza condizione è amarli, e provare il desiderio di fare qualcosa per loro.
In tutti questi casi apriamo il nostro cuore agli Angeli del Cielo e a quelli della Terra, e loro risponderanno al nostro richiamo d’amore con altrettanto amore, manifestandosi.
Quando il nostro chakra del cuore è veramente aperto, infatti, partecipiamo dello spirito divino che pervade ogni cosa, e, a livello dello spirito divino, esseri umani, deva ed Esseri di Luce parlano la stessa lingua e possono comprendersi.
Quando il chakra del cuore è veramente aperto qualsiasi barriera eretta dall’ego umano per separarsi dai suoi simili e dal resto della creazione scompare, e anche questa è una condizione indispensabile per la comunicazione con i deva e con gli Esseri di Luce.
Ho spiegato nel mio libro “Iniziazione alla comunicazione con il mondo invisibile” le modalità che utilizzo e che suggerisco perché tale comunicazione avvenga. 1
Il primo passaggio è sempre quello di scendere nel cuore ad incontrare l’Angelo Guida. Attraverso l’Angelo Guida sono possibili le comunicazioni con i deva e con gli altri Esseri di Luce, ma la chiave è sempre quella di entrare nelle vibrazioni del cuore.
I versi che seguono, di Giuseppe Ungaretti, descrivono bene cosa accade all’ego umano – il nomade d’amore nella poesia – quando si apre alla comunione con la bellezza della natura:
Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d’amore 2
Il modello per me, e per gli Esseri di Luce che mi ispirano, resta sempre la cultura degli Indiani d’America, prima del genocidio effettuato dai bianchi.
La comunione con la natura e il profondo rispetto per gli altri esseri umani, così come per tutto il creato, che li conducevano, loro che non erano vegetariani, a uccidere soltanto la quantità di bisonti strettamente necessaria, a non sprecare nulla del bisonte stesso in quanto ogni sua parte veniva utilizzata per fabbricare oggetti e vestiti, a ringraziare ogni volta in cui un bisonte veniva ucciso, a ucciderlo nel modo meno doloroso per l’animale stesso, a provvedere prima al bisogno delle vedove e delle persone anziane della comunità, dovrebbero essere oggetto di riflessione nella società occidentale di oggi, spesso vegetariana ma sprovvista di senso del sacro.
E infatti la natura parlava agli Indiani, era loro amica. L’amavano e la rispettavano, ed erano da essa riamati.
Per questa ragione, mentre per l’uomo bianco il paradiso era in Cielo, per gli Indiani d’America era sulla Terra.
Rispetto alla possibilità di uno tsunami nel Mediterraneo, gli Esseri di Luce hanno detto che la Sardegna sarebbe comunque risparmiata, in quanto ha ospitato nell’antichità la civiltà nuragica, i cui membri erano ‘adoratori dell’acqua’, cioè l’acqua, posta in grandi contenitori al centro dei loro templi e delle loro case, veniva considerata un elemento sacro. Per la stessa ragione gli Esseri di Luce hanno detto al mio amico Paolo, che ama il mare di un amore particolare e sacro, che un eventuale tsunami lo risparmierebbe.
Spero che questo libro contribuisca a far ritrovare agli uomini e alle donne, specialmente in Occidente (dove è stata particolarmente smarrita) la connessione spontanea con la natura e, con essa, un po’ di paradiso perduto.
(1) Paola Pierpaoli, Iniziazione alla comunicazione con il mondo invisibile, ed. Mediterranee 2012
(2) Giuseppe Ungaretti, Tramonto, 21 maggio 1916